venerdì 30 aprile 2021

LA LETTERA A VINCENT BROWN



Dopo avere trattato in un precedente articolo delle differenze tra le due versioni della lettera non spedita ad Anthony, vorrei ora provare a fare una lettura parallela tra Novelle e Final Story, di un’altra lettera presente nel romanzo di Candy: quella a Vincent Brown. 

Comparandole, non si può fare a meno di notare, di nuovo, come gli stili siano piuttosto differenti e pur dicendo quasi le stesse cose le due versioni lascino trasparire una sostanziale diversità nei toni: più scherzoso nella prima stesura (novelle) più pacato e maturo nella seconda (FS). 

In nessuna delle due trapela una vera e propria allegria, entrambe sono piuttosto serie e rispettose, Candy in fondo scrive ad una persona, Vincent Brown appunto, che conosce a malapena, avendolo incontrato solo in una circostanza, eppure, nelle novelle, non mancano i modi un po’ giocosi di una ragazza poco più che adolescente, probabilmente non ancora ventenne, quando per esempio scrive che vorrebbe con grande piacere raccontare a Mr Brown, capitano di lungo corso, di come lei abbia viaggiato da clandestina e magari consigliarlo su come prevenire l’imbarco di clandestini sulle navi: "una storia che dovrebbe assolutamente sentire!" dice, e sembra quasi di vederla strizzare l’occhio al capitano, con l’aria di chi la sa lunga sull’argomento, o come quando gli promette “una lunga lettera loquace” in allusione al fatto di essere una gran chiacchierona, anche per penna oltre che a voce. Il modo con cui la lettera si chiude è poi più diretto e sbrigativo nelle novelle, infatti Candy finisce con un: “le auguro buon viaggio!” là dove, in FS, il saluto finale è più maturo e sentito: “Prego per la sua salute e per la serenità del suo viaggio in mare.”

Insomma, è indubbio che in Final Story Candy sia diversa, ma diversa come? E’ semplicemente più adulta, più matura, un po’ meno la Candy birichina che conosciamo dal manga, sicuramente una ragazza nei suoi venti, venticinque anni. In questa versione spariscono completamente tanto i riferimenti al viaggio da clandestina quanto quelli alla sua loquacità, sostituiti dal racconto di come loro due si siano incontrati. Anche nelle novelle Candy dice di avere incontrato Mr Brown al funerale di Stair ma non approfondisce l’argomento mentre in FS si sofferma sull’occasione, descrivendola così: “Come sa, non mi è stato concesso di presenziare al funerale di Stair, ma mi sono comunque presentata, rimanendo fuori dalla chiesa. Non riesco a dimenticare la gioia provata nel ricevere il suo saluto in quell'occasione…”, ma non solo, si percepisce anche la nota dolorosa del non aver potuto presenziare ad un altro funerale, occasione mancata allora per incontrare Mr Brown, il funerale di suo figlio Anthony: “mi ero sempre chiesta che tipo fosse il padre di Anthony. Purtroppo, non mi è stato permesso di assistere nemmeno al funerale di suo figlio, ed è forse per questo che, ancora oggi, mi risulta a volte impossibile credere che Anthony e Stair ci abbiano davvero lasciato.”

Qui Candy fa una considerazione importante, profonda a mio avviso, constata come non aver potuto presenziare al funerale di Anthony e l’essere stata esclusa anche da quello di Stair, benché in quel caso si fosse ugualmente presentata, le abbia in un certo senso impedito di dire addio ai due ragazzi, cosa che poi le ha reso quasi impossibile accettarne la morte, come se non avesse potuto piangerli e quindi elaborare il lutto.

In Final Story poi, nella sua lettera, Candy decide di condividere con il capitano Brown il racconto di come, durante le sue visite alle residenze degli Ardlay di Chicago e Lakewood, abbia avuto modo di “fare la conoscenza” di Rosemary, moglie di Vincent e madre di Anthony, dialogando con i ritratti di lei e citando la somiglianza non solo tra Rosemary ed Anthony ma anche tra lei e William Albert. In questa lettera dunque ci sono due riferimenti che non troviamo affatto nella versione novelle della medesima ma li troviamo invece nella lettera non spedita ad Anthony versione Final Story: uno è relativo appunto al ritratto di Rosemary che anche nella lettera ad Anthony viene citato da Candy: “A Lakewood sono entrata nella sala commemorativa degli Ardlay e lì ho potuto ammirare i tanti ritratti dei predecessori della famiglia. Il dipinto che ritrae la signora Rosemary è il più bello che abbia mai visto.”, l’altro è il riferimento alla somiglianza tra Albert, Anthony e Rosemary: “Se tu avessi incontrato questa persona (Albert), forse avresti rivisto in lui la signora Rosemary, tua mamma…..ti ricordi quando ti parlavo del Principe della Collina, e ti dicevo di quanto ti somigliasse?....”, tutto questo viene dunque ripreso anche nella versione FS della lettera a Mr Brown, infatti….: “Ultimamente, sia nella residenza principale degli Ardlay sia a Lakewood, ho avuto diverse occasioni di dialogare con tranquillità con il ritratto della signora Rosemary, la madre di Anthony. Sono rimasti così tanti quadri che la ritraggono! Uso il termine dialogare perché si avvicina molto di più alla realtà, rispetto al semplice ammirare quei dipinti.” *  E poi……: “Ogni volta resto colpita dalla somiglianza che c'era tra madre e figlio, così come mi stupisce la somiglianza con il fratello minore della signora, il signor William Albert. Mi hanno detto che erano un fratello e una sorella molto uniti.”

Altro aspetto che accomuna la versione FS della lettera ad Anthony e quella a Mr Brown è poi il chiaro riferimento al fatto che Albert abbia raccontato a Candy del legame indissolubile tra Rosemary e Vincent, un legame che poi si è riflesso anche su Albert stesso al punto da fargli riconoscere in Vincent il ruolo di quel fratello maggiore che non aveva mai avuto: 

“Il prozio William Albert mi parla spesso di lei con grande rispetto, signor Brown, come se fosse un fratello maggiore. Mi racconta dei momenti vissuti insieme con grande nostalgia.” scrive Candy nella lettera al Capitano ma qualcosa di analogo racconta anche nella lettera ad Anthony: “(Albert)……mi ha raccontato nei dettagli del matrimonio tra sua sorella Rosemary e tuo padre, il signor Vincent Brown” 

C’è però un punto molto interessante che segna una profonda differenza tra le due versioni della lettera al Capitano, mi riferisco all’invito a lui rivolto da Candy affinché quando sbarcherà e prima che riparta per un nuovo viaggio la vada a trovare, ecco cosa dice Candy nelle novelle: “….La prossima volta, voglio assolutamente vederla in un’occasione felice. Inoltre, quando ritornerà e prima che riparta per un altro lungo viaggio, per favore venga una volta alla Casa di Pony a farci visita.”**

Candy invita Mr Brown a trovarla alla Casa di Pony, luogo in cui la ragazza è tornata a vivere dopo la scoperta che Albert è il prozio William. Candy invita il capitano a trovarla nell’unico luogo che lei può chiamare casa; molto diverso invece è lo stesso passo nella lettera di Final Story, dove Candy dice: Spero di cuore che verrà a trovarci alla residenza di Chicago e sarei davvero felice un giorno, durante la stagione delle rose, di varcare insieme il Cancello delle Rose di Lakewood. Avrei tante cose di cui parlarle!” In Final Story dunque, Candy invita Vincent alla residenza degli Ardlay, non alla casa di Pony; perché questo cambiamento? Cosa significa? Perché Nagita ha voluto cambiare le cose? Questo potrebbe essere un particolare insignificante ad una lettura superficiale, ma non lo è, poiché in questa nuova stesura Nagita fa agire Candy come se lei si sentisse titolata ad invitare nella magione principale degli Ardlay un ospite per lei molto gradito e molto gradito anche ad Albert: “Spero di cuore che verrà a trovarci alla residenza di Chicago” , parla quindi a nome di entrambi, come fosse lei la signora della casa. 

Sappiamo che Albert ha fatto allestire una camera personale per Candy, che ha provveduto ad arredare personalmente, affinché lei non dovesse mai sentirsi un ospite in quella casa, anzi al contrario, persona della famiglia. Ora, qualcuno potrebbe dire che Candy è persona di famiglia, essendo la figlia adottiva degli Ardlay, di cui porta già il cognome, ma è anche vero che il prozio William, non ha mai fatto preparare in passato appartamenti privati per lei. Verosimilmente, le rare volte in cui Candy si è recata a Chicago avrà soggiornato nella camera degli ospiti. E’ un regalo recente quello creato apposta per lei da Albert, con il “frutto delle sue lacrime e del suo sudore” per dirla con lui! Un ambiente personalizzato in cui la ragazza possa sentirsi sempre a casa; ritengo che questo sia espressione di ben altri sentimenti da parte di William Albert, che non quelli di affetto paterno. Sentimento di amore romantico, che gli ha fatto creare un luogo nella propria casa dove Candy stessa si possa sentire a casa ed in cui Candy si senta libera di invitare ospiti a nome della famiglia, a nome di William Albert, stesso. Certo non abbiamo conferme, ma questi cambiamenti importanti e tra tutti, proprio il cambiamento nell’invito a Vincent Brown, mi portano a credere che Candy sia già assurta al ruolo di fidanzata di William Albert e sono anche incline a pensare che tra i regali di compleanno che si trovavano sul tavolo della sua nuova camera verde menta vi sia anche un certo cofanetto portagioie che è passato a diverse generazioni di donne nella famiglia e che spetta ora di diritto alla futura signora Ardlay.

 

* Candy, stando a quanto scritto in FS, è stata solo due volte a Lakewood dopo averla lasciata in seguito alla morte di Anthony: per la commemorazione di Stair, a guerra finita (quindi in seguito all'11.11. 1918) e grazie alla gita con Albert, quando lui le apre per la prima volta la sala commemorativa degli Ardlay e lei può vedere i ritratti di Rosemary. Il fatto che dica al signor Brown "ultimamente, sia nella residenza principale degli Ardlay sia a Lakewood, ho avuto diverse occasioni di dialogare con tranquillità con i ritratti di Rosemary" è indicativa del fatto che questa lettera segue la gita a Lakewood con Albert. 

** È piuttosto improbabile che Candy, che ha dovuto avere il permesso dalla Prozia per poter partecipare al funerale di Stair, si possa prendere  la libertà nel Natale del 1918 di invitare a suo nome e a quello di Albert Vincent Brown, persona malvista dalla Prozia, proprio nella residenza principale degli Ardlay a Chicago. Anche questo è indicativo del fatto che questa lettera, molto probabilmente, è successiva agli altri avvenimenti narrati nel romanzo.

Credits all'immagine: Yumiko Igarashi

mercoledì 14 aprile 2021

Il Diario di Candy in Final Story


 

 

 

Il diario che il prozio fa trovare a Candy sulla scrivania della sua camera alla Saint Paul School quando la ragazza arriva a Londra non è presente nel manga, ma lo si trova già menzionato nelle Novelle e in seguito in Candy Candy Final Story, dove assume un ruolo attivo di tutto rispetto nella lettera finale di Candy indirizzata al Piccolo Bert.

A Pagina 195 del volume 1 di FS si narra che quando Candy entra per la prima volta nella camera speciale, la camera che il Prozio ha fatto riservare per lei nel dormitorio della Saint Paul Academy, Candy trova sulla scrivania ad attenderla un voluminoso diario in pelle marrone che porta sulla copertina, inciso in lettere d’oro, il suo nome: Candice White Ardlay. Candy interpreta quel dono come un invito e un incoraggiamento a scrivere di sé tra quelle pagine, del suo soggiorno presso la scuola, come se le dicesse: non fare nulla che non possa essere raccontato in questo diario. E Candy è ben lieta di raccogliere quella tacita sfida :

Sì, zio. Racconterò con sincerità tutte le mie giornate. Vivrò in modo che, se un giorno lei dovesse leggere queste pagine, io non abbia nulla di cui dovermi vergognare -, si ripromise Candy, stringendo al petto il suo diario. “(Pag. 196, vol. 1)

Quel diario diventa fin da subito un legame tra Candy e il Prozio, nel quale la ragazza scriverà tutti gli avvenimenti che le accadranno e i sentimenti e le emozioni provate in quei mesi trascorsi alla Saint Paul. Quando Candy lascerà Londra per tornare in America alla ricerca della sua strada sull’esempio di Terry e Albert, lascerà il diario in camera avvolto in una carta bianca e accompagnato da un bigliettino: “Vi prego di recapitare questo diario a William A. Ardlay.”

Ma perché è così importante questo diario?

Dal momento in cui lascia Londra, Candy non saprà più nulla riguardo alle sorti di quel diario, continuerà a non saperne nulla nemmeno dopo le rivelazioni di Albert come Prozio prima e come Principe dopo.

Il diario sembra essere letteralmente sparito nel nulla. Il primo richiamo lo troviamo sul finire del romanzo, nella lettera non spedita a Terry, quando Candy gli racconta che il prozio altri non è che Albert:

Ho lasciato al Prozio William il diario in cui gli confidavo, senza nascondere nulla, tutti i miei sentimenti. [...] In altre parole, Albert-san conosce bene quasi quanto me i sentimenti che provo nei tuoi confronti. Lui sa tutto del nostro primo incontro, e di come, con il passare del tempo...Insomma, è a conoscenza di ogni cosa. Non riesco nemmeno a immaginare con che faccia avrà letto quelle mie pagine...pensa che ancora non riusciamo nemmeno a toccare l’argomento.” (Pag. 202, vol. 2)

Quindi, il punto è Albert. Candy non era preoccupata che il Prozio potesse leggere il suo diario, anzi, glielo aveva inviato apposta affinché leggendolo comprendesse le ragioni della sua fuga dalla Saint Paul. Affinché capisse che i motivi che l’avevano spinta a comportarsi così erano onorevoli, e cosa mai ci poteva essere di più onorevole se non seguire il proprio cuore e le proprie aspirazioni? Ma Candy , allora, ignorava chi fosse il Prozio William. Che dire invece di Albert? Per quale motivo Candy non osa immaginare la sua faccia mentre legge quelle sue pagine, specialmente quelle che parlano di Terry e del nascere del loro sentimento? Perché se ne vergogna così tanto da trovare difficile affrontare l’argomento con lui? Che differenza fa se a leggerlo è stato il prozio William o Albert? Cos’è che fa così tanta differenza tra i due? Sì può supporre che sia perché Candy ha ormai compreso che ciò che la unisce ad Albert non è né un rapporto pupilla/tutore né il legame di solida amicizia che da sempre li caratterizza?

Nelle pagine del diario, che parla quasi esclusivamente di Terry, si legge però anche altro:

Penso sempre a come vorrei essere in grado di far tornare indietro il tempo. Se solo non avessero organizzato quella caccia alla volpe... Se solo non fossi stata adottata... Questi pensieri non mi abbandoneranno mai, ma io devo continuare a vivere nonostante tutto, non è vero?” (Pag. 30 Vol. 2)

Con quale stato d’animo Albert può aver letto queste parole? Sono una stilettata al cuore, per lui. In fondo, è stato proprio Albert nel ruolo di prozio, per celebrare l’adozione nella famiglia Ardlay di Candy, a organizzare durante il raduno del clan la caccia alla volpe, che è costata molto cara a tutti loro. E’ quindi probabile che Candy si renda conto di questo fatto e lei stessa rimpianga amaramente di essere stata la ragione di quel raduno e la causa, se pur indiretta, della disgrazia che ne è seguita. Un senso di colpa che le fa rimpiangere addirittura di essere stata adottata dal Prozio Willliam!

Ma nel diario, poi, Albert ha letto anche questo:

E poi avrei voluto gridarti a gran voce queste parole: Terence, sono innamorata di te, come non lo sono mai stata di nessuno…” (Pag. 106, vol. 2)

Ci sono dunque due grossi tabù da superare, sia per Albert che per Candy, in questo diario: il senso di colpa per la morte di Anthony e i sentimenti di Candy nei confronti di Terry.  

Entrambi vengono risolti da Albert durante la gita che fanno insieme a Lakewood, raccontata nell’ultima lettera di Candy e indirizzata ad Albert, in chiusura dell’epilogo.

Probabilmente Albert, che già si era rivelato a lei come principe della collina ( e non lo avrebbe mai fatto se non avesse notato che i sentimenti di Candy nei suoi confronti erano cambiati), visto il tenore di tutto il carteggio via via più intimo e confidenziale tra loro dalla rivelazione in poi, suppone e spera che i sentimenti provati nei confronti di lei possano essere ricambiati, deve quindi aver ritenuto fosse giunto il momento di mettere finalmente tutte le carte in tavola e decide di farlo in occasione di quella gita. 

Noi leggiamo solo il punto di vista di Candy sulla questione, nella lettera al Piccolo Bert. Candy ci fa sapere  come durante la visita a Lakewood lei e Albert si siano recati nel bosco, presumibilmente sul luogo in cui Anthony è caduto da cavallo e dove nelle Novelle Albert aveva fatto piantare delle rose selvatiche in sua memoria e dove, con quell’abbraccio e pianto condiviso con cui entrambi ammettono il loro senso di colpa per la morte del ragazzo, avviene la prima catarsi: non è stata colpa di nessuno, lo accettano, e insieme trovano il coraggio di affrontare per la prima volta tra loro il discorso della morte di Anthony. In seguito vanno in biblioteca, la stessa in cui Candy aveva scoperto che Albert era il prozio e dove Candy si trova faccia a faccia con il secondo tabù : “il diario”, i sentimenti che lei ha confidato alle sue pagine, quel diario che parla quasi esclusivamente di Terry . Il Diario in fondo, rappresenta Terry, un’ombra rimasta sospesa tra loro che è giunta l’ora di dissipare.

Il diario è lì, sulla scrivania, ed è stato sicuramente Albert ad averlo messo lì apposta prima di tornare a Lakewood con Candy. Perché sicuramente aveva già programmato tutto. Candy lo nota subito, come nota subito che Albert evita il suo sguardo, le gira la schiena e guarda fuori dalla finestra, come se non la volesse mettere in imbarazzo, come se le volesse lasciare il tempo di sondare la situazione ed evitarle imbarazzi. Albert, con voce serena, le dice che vuole restituirglielo perché: “Questo...è per te qualcosa di prezioso”. Qualcosa di prezioso perché, dentro a quell’oggetto è raccontata una storia d’amore importante e preziosa, e la delicatezza di Albert nel non voler intromettersi nei sentimenti di Candy in quel momento è quella di un uomo innamorato che non vuole forzare la mano alla ragazza che ama, che sa di essere importante per lei ma non vuole dare i sentimenti di lei per scontati, in modo che Candy possa pensare in tutta tranquillità a quello che vuole fare ora, in quel momento della sua vita.

Non sappiamo cos’altro si diranno, ma sappiamo che Candy gli scrive, proprio in seguito a quella gita che il diario lei non lo ha riaperto,  che non intende farlo ma restituirglielo, esattamente come lui le ha restituito la spilla.

Questo passo è fondamentale, se non cruciale nella storia. Albert le restituisce qualcosa che lui non avrebbe dovuto leggere in quanto Albert, ma che lo ha portato comunque a conoscere i sentimenti più profondi di Candy verso un altro uomo, ed è ormai palesemente innamorato di lei. Glielo rende perché è giusto, perché appartiene a Candy e soprattutto perché sono i sentimenti di lei che racchiude, ed anche perché probabilmente è giunta l’ora di portare a compimento una volta per tutte il loro rapporto dopo che hanno scherzato, giocato, flirtato fino a quel momento e lungo tutta la loro corrispondenza, che dalla rivelazione del principe in poi costituisce l’epilogo del romanzo.

Non riaprire il diario è una precisa scelta di Candy; non indulgere in un passato che si è ormai messa alle spalle è la risposta a una domanda implicita che Albert le ha posto con il gesto di renderglielo: "sei ancora innamorata di lui, è ancora lui colui che ami più di chiunque altro?".

Il fatto poi che Candy glielo renda senza aprirlo è altamente significativo, perché se lo avesse tenuto il messaggio recepito da Albert sarebbe stato chiaro: sono ancora legata a quei ricordi, a quel passato. Sono ancora legata a Terence. Nel restituirlo senza nemmeno averlo riaperto né avere intenzione di farlo mostra invece disinteresse e chiusura totale verso Terry e verso il passato che rappresenta. I ricordi belli rimangono nel cuore, non le serve un diario. Ma Candy risponde ad un’altra domanda implicita che leggiamo in una lettera precedente di Albert, e che si può presumere lui le abbia rimarcato a Lakewood: “Anche in futuro, voglio scoprire dove risiede la tua felicità”, perché Candy gli scrive:

Sì Albert-san, la mia felicità è adesso.” (nell’originale giapponese)

Cosa può averle chiesto Albert a Lakewood che noi non abbiamo letto? Se è felice? Perché? Dove risiede la sua felicità?

Candy, con la restituzione del diario gli sta rispondendo che la sua felicità non risiede nel passato, con Terry e il diario che rappresenta, ma nel presente, con lui. Gli restituisce il diario, affidandogli la parte più intima di sé e il suo cuore, consapevolmente ora, come lui le aveva già restituito consapevolmente la spilla. Erano entrambi oggetti di cui erano entrati in possesso in modo casuale, l'una all’insaputa dell’altro, e che hanno finito per influenzare le loro vite.


La cosa curiosa, a mio avviso, di questo diario, è che Albert sa davvero tutto di Candy, tutto quello che non aveva potuto sapere prima di andare a convivere con lei alla Magnolia. Quel diario, benché racchiuda la storia con Terry, in realtà è qualcosa che interessa solo Candy e Albert, e dal quale Terry, benché si parli di lui, è totalmente escluso, non ne saprà mai nulla. Non verrà mai a conoscere il contenuto di quel diario né le parole d’amore che gli furono dedicate da quella Candy adolescente innamorata di lui. Non è con Terry che nel romanzo Candy condivide emozioni e ricordi su Albert, ma il contrario. Il nodo da sciogliere con quel diario non è il rapporto tra Candy e Terry, ma quello tra Candy e Albert. Sono loro che lo affrontano, è fra loro che si chiariscono, sono loro che tramite quel diario si confrontano superando le reciproche riserve e dubbi e si dichiarano reciprocamente l’uno all’altra. “Per te è prezioso.” “La mia felicità è adesso”.

E per la prima volta, a conclusione di quelle parole, Candy firma “con amore e gratitudine”, dove amore per la prima volta nel romanzo viene espresso utilizzando "AI", proprio nella lettera in cui Albert diventa il “Piccolo Bert”.

Ci credo che dopo una lettera simile Candy non riesca a prendere sonno. Voi ci riuscireste?

 

Credits all'immagine: Yumiko Igarashi

domenica 11 aprile 2021

Terry: l'outsider. Il ruolo che non doveva essere suo.

 




In un'intervista contenuta a pag 158-159 del "Manga Original Author Interviews-Hit Story is Created Like This!" rilasciata ad Ayako Ito , Nagita rivela una cosa piuttosto interessante: Terry in quanto tale non era previsto nella prima stesura di Candy Candy, ossia non era proprio stato inventato. In realtà il suo personaggio c’era, ma avrebbe dovuto impersonarlo Archie. 


Stando così le cose, almeno all’inizio, era previsto che tutti gli amori di Candy si dovessero sviluppare all'interno della famiglia Ardlay ma poi, forse, Nagita deve aver pensato che sarebbe stato più interessante o intrigante un secondo amore estraneo agli Ardlay. Potrebbe dunque essere stata questa la ragione grazie alla quale Terry ha poi visto la luce.

Quel che esce da queste dichiarazioni, e non è cosa di poco conto, è che la famiglia Ardlay è sempre stata centrale nell'immaginario di Nagita (in fondo ha iniziato a crearla e a scriverne sin dall'età di 12 anni), e tutto nella sua testa ha sempre ruotato intorno agli Ardlay: si pensi per esempio all’intervista rilasciata in Francia per Bulle-Shoujo, dove  Nagita diceva che aveva scelto l'Inghilterra come destinazione scolastica dei ragazzi in seguito alla morte di Anthony proprio per il legame di questo luogo con gli Ardlay.

Ad ogni modo Nagita chiede scusa ad Archie per il torto subito, perché le caratteristiche di Terry avrebbero dovuto essere le sue, e il secondo amore di Candy avrebbe dovuto essere lui. Non solo: l’aver dirottato la funzione di Archie nella storia su Terry ha fatto si che Archie venisse trascurato come personaggio, ed effettivamente non sappiamo molto di lui, il suo ruolo rimane un po' in ombra rispetto a quello molto più potente e d'impatto del fratello Stair,  e non solo a causa della morte di questi. Archie rimane  defilato, sfuggente, sia rispetto a Stair che ad Anthony. Forse in Final Story Nagita lo ha delineato e approfondito un po’ di più rispetto al manga, ma rimane sempre meno incisivo rispetto agli altri personaggi maschili. Archie era stato pensato come un ragazzo diverso da Anthony, che mostrasse un altro tipo di gentilezza, con le caratteristiche caratteriali poi confluite in Terry. Nagita dice che le sarebbe piaciuto integrare il fascino di Archie con le caratteristiche di Terry. Personalmente ritengo ne sarebbe uscito un bel personaggio. 
In un vecchio saggio Nagita diceva che aveva deciso che Terry avrebbe fatto l'attore durante la sceneggiatura della festa di maggio, e ha sempre sostenuto, inoltre, di aver delineato i pilastri della storia (con i 3 amori, l'incontro con il Principe e la sua rivelazione nel finale) all'inizio della serializzazione. Molto probabilmente era sul come arrivarci che doveva imbastire bene la trama. Non dimostra forse che Terry non poteva essere il protagonista della stessa? Quale autore tralascia il protagonista a favore di terzi e lo delinea in corso d'opera? 
 

Queste considerazioni, unite a molte altre fatte nel corso del tempo, mostrano come la famiglia Ardlay sia centrale nella storia di Candy, e come tutto quel mondo creato da Nagita ruoti interamente intorno a questa famiglia. Terry risulta essere una sorta di outsider rispetto a questo microcosmo creato intorno agli Ardlay: è un colpo di fulmine che fa perdere la testa alla nostra eroina, una deviazione imorovvisa in un percorso in realtà per lei già delineato. Uno di quegli  amori travolgenti e sofferti che ti fanno oscillare tra Paradiso e Inferno, che ti fanno perdere la bussola  per un periodo, ma che poi, a mente lucida e passato l'innamoramento, vedi per quello che sono: un fuoco intenso che brucia se stesso, ma che s'infrange nella realtà del quotidiano. Sconvolgimento emotivo, attrazione. Ed è proprio così che lo definisce Candy nella sua lettera non spedita ad Anthony, una volta che ha superato e realizzato il tipo di amore provato per Terry: “a Londra mi sono sentita fortemente attratta da un ragazzo" gli dice, non :"mi sono innamorata di un ragazzo". Nemmeno pronuncia il suo nome.

Terry risulta essere stato quindi una deviazione temporanea nel percorso di Candy dalla strada maestra, gli Ardlay, percorso iniziato  con il Principe della collina, proseguito con Anthony  e finito con Albert.

Quindi: se  Terry nemmeno esisteva nella prima bozza della sceneggiatura, se Nagita si dispiace e chiede scusa ad Archie per avergli rubato un ruolo che avrebbe dovuto essere suo e dice che le sarebbe piaciuto unire il fascino di Archie con il temperamento di Terry, come si può pensare che sia Terry il protagonista maschile indiscusso del romanzo? Vuoi dunque vedere che l'unico personaggio di cui Nagita non è pienamente soddisfatta è proprio quello che per qualcuno invece è il protagonista del romanzo al fianco di Candy, quando per altro occupa soltanto la parte centrale della narrazione, per scemare via via fino a sparire completamente nell'epilogo?


Quando sarà possibile, verrà aggiunta la traduzione letterale del passo:


――……ということは、テリィは、最初から考えていたキャラじゃなかったんですか?


水木:そうなのよ。最初のプロットではテリィの登場予定はなかったの。いがらしさんの描くアンソニー、やさしそうで、とってもステキだったでしょ。だからこそ、アンソニーとは違った強い個性、やさしさの表現も違う、正反対だけどどこか似ている……そんな強烈な個性の少年を出したかった。(略)テリィの登場で、アーチーの魅力が書けなくなったのが、アーチーに申し訳なくて。私の中ではアーチーは、もっと違った感じに書きたかったのだけど……。