venerdì 30 aprile 2021

LA LETTERA A VINCENT BROWN



Dopo avere trattato in un precedente articolo delle differenze tra le due versioni della lettera non spedita ad Anthony, vorrei ora provare a fare una lettura parallela tra Novelle e Final Story, di un’altra lettera presente nel romanzo di Candy: quella a Vincent Brown. 

Comparandole, non si può fare a meno di notare, di nuovo, come gli stili siano piuttosto differenti e pur dicendo quasi le stesse cose le due versioni lascino trasparire una sostanziale diversità nei toni: più scherzoso nella prima stesura (novelle) più pacato e maturo nella seconda (FS). 

In nessuna delle due trapela una vera e propria allegria, entrambe sono piuttosto serie e rispettose, Candy in fondo scrive ad una persona, Vincent Brown appunto, che conosce a malapena, avendolo incontrato solo in una circostanza, eppure, nelle novelle, non mancano i modi un po’ giocosi di una ragazza poco più che adolescente, probabilmente non ancora ventenne, quando per esempio scrive che vorrebbe con grande piacere raccontare a Mr Brown, capitano di lungo corso, di come lei abbia viaggiato da clandestina e magari consigliarlo su come prevenire l’imbarco di clandestini sulle navi: "una storia che dovrebbe assolutamente sentire!" dice, e sembra quasi di vederla strizzare l’occhio al capitano, con l’aria di chi la sa lunga sull’argomento, o come quando gli promette “una lunga lettera loquace” in allusione al fatto di essere una gran chiacchierona, anche per penna oltre che a voce. Il modo con cui la lettera si chiude è poi più diretto e sbrigativo nelle novelle, infatti Candy finisce con un: “le auguro buon viaggio!” là dove, in FS, il saluto finale è più maturo e sentito: “Prego per la sua salute e per la serenità del suo viaggio in mare.”

Insomma, è indubbio che in Final Story Candy sia diversa, ma diversa come? E’ semplicemente più adulta, più matura, un po’ meno la Candy birichina che conosciamo dal manga, sicuramente una ragazza nei suoi venti, venticinque anni. In questa versione spariscono completamente tanto i riferimenti al viaggio da clandestina quanto quelli alla sua loquacità, sostituiti dal racconto di come loro due si siano incontrati. Anche nelle novelle Candy dice di avere incontrato Mr Brown al funerale di Stair ma non approfondisce l’argomento mentre in FS si sofferma sull’occasione, descrivendola così: “Come sa, non mi è stato concesso di presenziare al funerale di Stair, ma mi sono comunque presentata, rimanendo fuori dalla chiesa. Non riesco a dimenticare la gioia provata nel ricevere il suo saluto in quell'occasione…”, ma non solo, si percepisce anche la nota dolorosa del non aver potuto presenziare ad un altro funerale, occasione mancata allora per incontrare Mr Brown, il funerale di suo figlio Anthony: “mi ero sempre chiesta che tipo fosse il padre di Anthony. Purtroppo, non mi è stato permesso di assistere nemmeno al funerale di suo figlio, ed è forse per questo che, ancora oggi, mi risulta a volte impossibile credere che Anthony e Stair ci abbiano davvero lasciato.”

Qui Candy fa una considerazione importante, profonda a mio avviso, constata come non aver potuto presenziare al funerale di Anthony e l’essere stata esclusa anche da quello di Stair, benché in quel caso si fosse ugualmente presentata, le abbia in un certo senso impedito di dire addio ai due ragazzi, cosa che poi le ha reso quasi impossibile accettarne la morte, come se non avesse potuto piangerli e quindi elaborare il lutto.

In Final Story poi, nella sua lettera, Candy decide di condividere con il capitano Brown il racconto di come, durante le sue visite alle residenze degli Ardlay di Chicago e Lakewood, abbia avuto modo di “fare la conoscenza” di Rosemary, moglie di Vincent e madre di Anthony, dialogando con i ritratti di lei e citando la somiglianza non solo tra Rosemary ed Anthony ma anche tra lei e William Albert. In questa lettera dunque ci sono due riferimenti che non troviamo affatto nella versione novelle della medesima ma li troviamo invece nella lettera non spedita ad Anthony versione Final Story: uno è relativo appunto al ritratto di Rosemary che anche nella lettera ad Anthony viene citato da Candy: “A Lakewood sono entrata nella sala commemorativa degli Ardlay e lì ho potuto ammirare i tanti ritratti dei predecessori della famiglia. Il dipinto che ritrae la signora Rosemary è il più bello che abbia mai visto.”, l’altro è il riferimento alla somiglianza tra Albert, Anthony e Rosemary: “Se tu avessi incontrato questa persona (Albert), forse avresti rivisto in lui la signora Rosemary, tua mamma…..ti ricordi quando ti parlavo del Principe della Collina, e ti dicevo di quanto ti somigliasse?....”, tutto questo viene dunque ripreso anche nella versione FS della lettera a Mr Brown, infatti….: “Ultimamente, sia nella residenza principale degli Ardlay sia a Lakewood, ho avuto diverse occasioni di dialogare con tranquillità con il ritratto della signora Rosemary, la madre di Anthony. Sono rimasti così tanti quadri che la ritraggono! Uso il termine dialogare perché si avvicina molto di più alla realtà, rispetto al semplice ammirare quei dipinti.” *  E poi……: “Ogni volta resto colpita dalla somiglianza che c'era tra madre e figlio, così come mi stupisce la somiglianza con il fratello minore della signora, il signor William Albert. Mi hanno detto che erano un fratello e una sorella molto uniti.”

Altro aspetto che accomuna la versione FS della lettera ad Anthony e quella a Mr Brown è poi il chiaro riferimento al fatto che Albert abbia raccontato a Candy del legame indissolubile tra Rosemary e Vincent, un legame che poi si è riflesso anche su Albert stesso al punto da fargli riconoscere in Vincent il ruolo di quel fratello maggiore che non aveva mai avuto: 

“Il prozio William Albert mi parla spesso di lei con grande rispetto, signor Brown, come se fosse un fratello maggiore. Mi racconta dei momenti vissuti insieme con grande nostalgia.” scrive Candy nella lettera al Capitano ma qualcosa di analogo racconta anche nella lettera ad Anthony: “(Albert)……mi ha raccontato nei dettagli del matrimonio tra sua sorella Rosemary e tuo padre, il signor Vincent Brown” 

C’è però un punto molto interessante che segna una profonda differenza tra le due versioni della lettera al Capitano, mi riferisco all’invito a lui rivolto da Candy affinché quando sbarcherà e prima che riparta per un nuovo viaggio la vada a trovare, ecco cosa dice Candy nelle novelle: “….La prossima volta, voglio assolutamente vederla in un’occasione felice. Inoltre, quando ritornerà e prima che riparta per un altro lungo viaggio, per favore venga una volta alla Casa di Pony a farci visita.”**

Candy invita Mr Brown a trovarla alla Casa di Pony, luogo in cui la ragazza è tornata a vivere dopo la scoperta che Albert è il prozio William. Candy invita il capitano a trovarla nell’unico luogo che lei può chiamare casa; molto diverso invece è lo stesso passo nella lettera di Final Story, dove Candy dice: Spero di cuore che verrà a trovarci alla residenza di Chicago e sarei davvero felice un giorno, durante la stagione delle rose, di varcare insieme il Cancello delle Rose di Lakewood. Avrei tante cose di cui parlarle!” In Final Story dunque, Candy invita Vincent alla residenza degli Ardlay, non alla casa di Pony; perché questo cambiamento? Cosa significa? Perché Nagita ha voluto cambiare le cose? Questo potrebbe essere un particolare insignificante ad una lettura superficiale, ma non lo è, poiché in questa nuova stesura Nagita fa agire Candy come se lei si sentisse titolata ad invitare nella magione principale degli Ardlay un ospite per lei molto gradito e molto gradito anche ad Albert: “Spero di cuore che verrà a trovarci alla residenza di Chicago” , parla quindi a nome di entrambi, come fosse lei la signora della casa. 

Sappiamo che Albert ha fatto allestire una camera personale per Candy, che ha provveduto ad arredare personalmente, affinché lei non dovesse mai sentirsi un ospite in quella casa, anzi al contrario, persona della famiglia. Ora, qualcuno potrebbe dire che Candy è persona di famiglia, essendo la figlia adottiva degli Ardlay, di cui porta già il cognome, ma è anche vero che il prozio William, non ha mai fatto preparare in passato appartamenti privati per lei. Verosimilmente, le rare volte in cui Candy si è recata a Chicago avrà soggiornato nella camera degli ospiti. E’ un regalo recente quello creato apposta per lei da Albert, con il “frutto delle sue lacrime e del suo sudore” per dirla con lui! Un ambiente personalizzato in cui la ragazza possa sentirsi sempre a casa; ritengo che questo sia espressione di ben altri sentimenti da parte di William Albert, che non quelli di affetto paterno. Sentimento di amore romantico, che gli ha fatto creare un luogo nella propria casa dove Candy stessa si possa sentire a casa ed in cui Candy si senta libera di invitare ospiti a nome della famiglia, a nome di William Albert, stesso. Certo non abbiamo conferme, ma questi cambiamenti importanti e tra tutti, proprio il cambiamento nell’invito a Vincent Brown, mi portano a credere che Candy sia già assurta al ruolo di fidanzata di William Albert e sono anche incline a pensare che tra i regali di compleanno che si trovavano sul tavolo della sua nuova camera verde menta vi sia anche un certo cofanetto portagioie che è passato a diverse generazioni di donne nella famiglia e che spetta ora di diritto alla futura signora Ardlay.

 

* Candy, stando a quanto scritto in FS, è stata solo due volte a Lakewood dopo averla lasciata in seguito alla morte di Anthony: per la commemorazione di Stair, a guerra finita (quindi in seguito all'11.11. 1918) e grazie alla gita con Albert, quando lui le apre per la prima volta la sala commemorativa degli Ardlay e lei può vedere i ritratti di Rosemary. Il fatto che dica al signor Brown "ultimamente, sia nella residenza principale degli Ardlay sia a Lakewood, ho avuto diverse occasioni di dialogare con tranquillità con i ritratti di Rosemary" è indicativa del fatto che questa lettera segue la gita a Lakewood con Albert. 

** È piuttosto improbabile che Candy, che ha dovuto avere il permesso dalla Prozia per poter partecipare al funerale di Stair, si possa prendere  la libertà nel Natale del 1918 di invitare a suo nome e a quello di Albert Vincent Brown, persona malvista dalla Prozia, proprio nella residenza principale degli Ardlay a Chicago. Anche questo è indicativo del fatto che questa lettera, molto probabilmente, è successiva agli altri avvenimenti narrati nel romanzo.

Credits all'immagine: Yumiko Igarashi

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