mercoledì 14 aprile 2021

Il Diario di Candy in Final Story


 

 

 

Il diario che il prozio fa trovare a Candy sulla scrivania della sua camera alla Saint Paul School quando la ragazza arriva a Londra non è presente nel manga, ma lo si trova già menzionato nelle Novelle e in seguito in Candy Candy Final Story, dove assume un ruolo attivo di tutto rispetto nella lettera finale di Candy indirizzata al Piccolo Bert.

A Pagina 195 del volume 1 di FS si narra che quando Candy entra per la prima volta nella camera speciale, la camera che il Prozio ha fatto riservare per lei nel dormitorio della Saint Paul Academy, Candy trova sulla scrivania ad attenderla un voluminoso diario in pelle marrone che porta sulla copertina, inciso in lettere d’oro, il suo nome: Candice White Ardlay. Candy interpreta quel dono come un invito e un incoraggiamento a scrivere di sé tra quelle pagine, del suo soggiorno presso la scuola, come se le dicesse: non fare nulla che non possa essere raccontato in questo diario. E Candy è ben lieta di raccogliere quella tacita sfida :

Sì, zio. Racconterò con sincerità tutte le mie giornate. Vivrò in modo che, se un giorno lei dovesse leggere queste pagine, io non abbia nulla di cui dovermi vergognare -, si ripromise Candy, stringendo al petto il suo diario. “(Pag. 196, vol. 1)

Quel diario diventa fin da subito un legame tra Candy e il Prozio, nel quale la ragazza scriverà tutti gli avvenimenti che le accadranno e i sentimenti e le emozioni provate in quei mesi trascorsi alla Saint Paul. Quando Candy lascerà Londra per tornare in America alla ricerca della sua strada sull’esempio di Terry e Albert, lascerà il diario in camera avvolto in una carta bianca e accompagnato da un bigliettino: “Vi prego di recapitare questo diario a William A. Ardlay.”

Ma perché è così importante questo diario?

Dal momento in cui lascia Londra, Candy non saprà più nulla riguardo alle sorti di quel diario, continuerà a non saperne nulla nemmeno dopo le rivelazioni di Albert come Prozio prima e come Principe dopo.

Il diario sembra essere letteralmente sparito nel nulla. Il primo richiamo lo troviamo sul finire del romanzo, nella lettera non spedita a Terry, quando Candy gli racconta che il prozio altri non è che Albert:

Ho lasciato al Prozio William il diario in cui gli confidavo, senza nascondere nulla, tutti i miei sentimenti. [...] In altre parole, Albert-san conosce bene quasi quanto me i sentimenti che provo nei tuoi confronti. Lui sa tutto del nostro primo incontro, e di come, con il passare del tempo...Insomma, è a conoscenza di ogni cosa. Non riesco nemmeno a immaginare con che faccia avrà letto quelle mie pagine...pensa che ancora non riusciamo nemmeno a toccare l’argomento.” (Pag. 202, vol. 2)

Quindi, il punto è Albert. Candy non era preoccupata che il Prozio potesse leggere il suo diario, anzi, glielo aveva inviato apposta affinché leggendolo comprendesse le ragioni della sua fuga dalla Saint Paul. Affinché capisse che i motivi che l’avevano spinta a comportarsi così erano onorevoli, e cosa mai ci poteva essere di più onorevole se non seguire il proprio cuore e le proprie aspirazioni? Ma Candy , allora, ignorava chi fosse il Prozio William. Che dire invece di Albert? Per quale motivo Candy non osa immaginare la sua faccia mentre legge quelle sue pagine, specialmente quelle che parlano di Terry e del nascere del loro sentimento? Perché se ne vergogna così tanto da trovare difficile affrontare l’argomento con lui? Che differenza fa se a leggerlo è stato il prozio William o Albert? Cos’è che fa così tanta differenza tra i due? Sì può supporre che sia perché Candy ha ormai compreso che ciò che la unisce ad Albert non è né un rapporto pupilla/tutore né il legame di solida amicizia che da sempre li caratterizza?

Nelle pagine del diario, che parla quasi esclusivamente di Terry, si legge però anche altro:

Penso sempre a come vorrei essere in grado di far tornare indietro il tempo. Se solo non avessero organizzato quella caccia alla volpe... Se solo non fossi stata adottata... Questi pensieri non mi abbandoneranno mai, ma io devo continuare a vivere nonostante tutto, non è vero?” (Pag. 30 Vol. 2)

Con quale stato d’animo Albert può aver letto queste parole? Sono una stilettata al cuore, per lui. In fondo, è stato proprio Albert nel ruolo di prozio, per celebrare l’adozione nella famiglia Ardlay di Candy, a organizzare durante il raduno del clan la caccia alla volpe, che è costata molto cara a tutti loro. E’ quindi probabile che Candy si renda conto di questo fatto e lei stessa rimpianga amaramente di essere stata la ragione di quel raduno e la causa, se pur indiretta, della disgrazia che ne è seguita. Un senso di colpa che le fa rimpiangere addirittura di essere stata adottata dal Prozio Willliam!

Ma nel diario, poi, Albert ha letto anche questo:

E poi avrei voluto gridarti a gran voce queste parole: Terence, sono innamorata di te, come non lo sono mai stata di nessuno…” (Pag. 106, vol. 2)

Ci sono dunque due grossi tabù da superare, sia per Albert che per Candy, in questo diario: il senso di colpa per la morte di Anthony e i sentimenti di Candy nei confronti di Terry.  

Entrambi vengono risolti da Albert durante la gita che fanno insieme a Lakewood, raccontata nell’ultima lettera di Candy e indirizzata ad Albert, in chiusura dell’epilogo.

Probabilmente Albert, che già si era rivelato a lei come principe della collina ( e non lo avrebbe mai fatto se non avesse notato che i sentimenti di Candy nei suoi confronti erano cambiati), visto il tenore di tutto il carteggio via via più intimo e confidenziale tra loro dalla rivelazione in poi, suppone e spera che i sentimenti provati nei confronti di lei possano essere ricambiati, deve quindi aver ritenuto fosse giunto il momento di mettere finalmente tutte le carte in tavola e decide di farlo in occasione di quella gita. 

Noi leggiamo solo il punto di vista di Candy sulla questione, nella lettera al Piccolo Bert. Candy ci fa sapere  come durante la visita a Lakewood lei e Albert si siano recati nel bosco, presumibilmente sul luogo in cui Anthony è caduto da cavallo e dove nelle Novelle Albert aveva fatto piantare delle rose selvatiche in sua memoria e dove, con quell’abbraccio e pianto condiviso con cui entrambi ammettono il loro senso di colpa per la morte del ragazzo, avviene la prima catarsi: non è stata colpa di nessuno, lo accettano, e insieme trovano il coraggio di affrontare per la prima volta tra loro il discorso della morte di Anthony. In seguito vanno in biblioteca, la stessa in cui Candy aveva scoperto che Albert era il prozio e dove Candy si trova faccia a faccia con il secondo tabù : “il diario”, i sentimenti che lei ha confidato alle sue pagine, quel diario che parla quasi esclusivamente di Terry . Il Diario in fondo, rappresenta Terry, un’ombra rimasta sospesa tra loro che è giunta l’ora di dissipare.

Il diario è lì, sulla scrivania, ed è stato sicuramente Albert ad averlo messo lì apposta prima di tornare a Lakewood con Candy. Perché sicuramente aveva già programmato tutto. Candy lo nota subito, come nota subito che Albert evita il suo sguardo, le gira la schiena e guarda fuori dalla finestra, come se non la volesse mettere in imbarazzo, come se le volesse lasciare il tempo di sondare la situazione ed evitarle imbarazzi. Albert, con voce serena, le dice che vuole restituirglielo perché: “Questo...è per te qualcosa di prezioso”. Qualcosa di prezioso perché, dentro a quell’oggetto è raccontata una storia d’amore importante e preziosa, e la delicatezza di Albert nel non voler intromettersi nei sentimenti di Candy in quel momento è quella di un uomo innamorato che non vuole forzare la mano alla ragazza che ama, che sa di essere importante per lei ma non vuole dare i sentimenti di lei per scontati, in modo che Candy possa pensare in tutta tranquillità a quello che vuole fare ora, in quel momento della sua vita.

Non sappiamo cos’altro si diranno, ma sappiamo che Candy gli scrive, proprio in seguito a quella gita che il diario lei non lo ha riaperto,  che non intende farlo ma restituirglielo, esattamente come lui le ha restituito la spilla.

Questo passo è fondamentale, se non cruciale nella storia. Albert le restituisce qualcosa che lui non avrebbe dovuto leggere in quanto Albert, ma che lo ha portato comunque a conoscere i sentimenti più profondi di Candy verso un altro uomo, ed è ormai palesemente innamorato di lei. Glielo rende perché è giusto, perché appartiene a Candy e soprattutto perché sono i sentimenti di lei che racchiude, ed anche perché probabilmente è giunta l’ora di portare a compimento una volta per tutte il loro rapporto dopo che hanno scherzato, giocato, flirtato fino a quel momento e lungo tutta la loro corrispondenza, che dalla rivelazione del principe in poi costituisce l’epilogo del romanzo.

Non riaprire il diario è una precisa scelta di Candy; non indulgere in un passato che si è ormai messa alle spalle è la risposta a una domanda implicita che Albert le ha posto con il gesto di renderglielo: "sei ancora innamorata di lui, è ancora lui colui che ami più di chiunque altro?".

Il fatto poi che Candy glielo renda senza aprirlo è altamente significativo, perché se lo avesse tenuto il messaggio recepito da Albert sarebbe stato chiaro: sono ancora legata a quei ricordi, a quel passato. Sono ancora legata a Terence. Nel restituirlo senza nemmeno averlo riaperto né avere intenzione di farlo mostra invece disinteresse e chiusura totale verso Terry e verso il passato che rappresenta. I ricordi belli rimangono nel cuore, non le serve un diario. Ma Candy risponde ad un’altra domanda implicita che leggiamo in una lettera precedente di Albert, e che si può presumere lui le abbia rimarcato a Lakewood: “Anche in futuro, voglio scoprire dove risiede la tua felicità”, perché Candy gli scrive:

Sì Albert-san, la mia felicità è adesso.” (nell’originale giapponese)

Cosa può averle chiesto Albert a Lakewood che noi non abbiamo letto? Se è felice? Perché? Dove risiede la sua felicità?

Candy, con la restituzione del diario gli sta rispondendo che la sua felicità non risiede nel passato, con Terry e il diario che rappresenta, ma nel presente, con lui. Gli restituisce il diario, affidandogli la parte più intima di sé e il suo cuore, consapevolmente ora, come lui le aveva già restituito consapevolmente la spilla. Erano entrambi oggetti di cui erano entrati in possesso in modo casuale, l'una all’insaputa dell’altro, e che hanno finito per influenzare le loro vite.


La cosa curiosa, a mio avviso, di questo diario, è che Albert sa davvero tutto di Candy, tutto quello che non aveva potuto sapere prima di andare a convivere con lei alla Magnolia. Quel diario, benché racchiuda la storia con Terry, in realtà è qualcosa che interessa solo Candy e Albert, e dal quale Terry, benché si parli di lui, è totalmente escluso, non ne saprà mai nulla. Non verrà mai a conoscere il contenuto di quel diario né le parole d’amore che gli furono dedicate da quella Candy adolescente innamorata di lui. Non è con Terry che nel romanzo Candy condivide emozioni e ricordi su Albert, ma il contrario. Il nodo da sciogliere con quel diario non è il rapporto tra Candy e Terry, ma quello tra Candy e Albert. Sono loro che lo affrontano, è fra loro che si chiariscono, sono loro che tramite quel diario si confrontano superando le reciproche riserve e dubbi e si dichiarano reciprocamente l’uno all’altra. “Per te è prezioso.” “La mia felicità è adesso”.

E per la prima volta, a conclusione di quelle parole, Candy firma “con amore e gratitudine”, dove amore per la prima volta nel romanzo viene espresso utilizzando "AI", proprio nella lettera in cui Albert diventa il “Piccolo Bert”.

Ci credo che dopo una lettera simile Candy non riesca a prendere sonno. Voi ci riuscireste?

 

Credits all'immagine: Yumiko Igarashi

Nessun commento:

Posta un commento